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Terapia individuale sistemica

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Quando si inizia un percorso di psicoterapia individuale non si sa bene cosa accadrà: quello che si sa è che si vive un malessere, ma non si conosce l'origine nè la motivazione, e che si vuole raggiungere l'obiettivo, indefinito, di stare bene. 

Inizia così un lento e graduale viaggio verso la conoscenza di sè, verso la scoperta di un mondo interiore spesso inaccessibile e inconsapevole. Un viaggio dantesco dove, accompagnati dal terapeuta, si approfondiscono e si rileggono eventi, emozioni e vissuti.

Dando significati diversi agli eventi e guardando con un altro paio di occhiali una realtà già vissuta, si raggiunge così il benessere psicologico.

E' importante che il paziente racconti la propria storia individuale al terapeuta e insieme, attraverso una rilettura di tale storia, riescono a rimettere insieme i pezzi del passato, come fosse un puzzle, dando un significato a quanto accaduto: così ha inizio una lenta accettazione di quel passato verso il quale si prova rabbia e risentimento, ma con il tempo si impara a perdonarlo e a perdonare coloro che ci hanno fatto soffrire. 

Quello che avviene è quindi una trasformazione sostanziale, sia a livello emotivo che concreto e comportamentale.

In quest'ottica, l'obiettivo del percorso terapeutico è quello di rendere il paziente capace di attuare una profonda riflessione su di sè e di arrivare ad una più piena comprensione del proprio funzionamento, mediante una rinnovata capacità di mettersi in discussione al fine di raggiungere una più completa e complessa consapevolezza di sè.

Nonostante sia una terapia individuale, il co-protagonista è sempre la famiglia, come importante fonte di informazioni del passato e delle relazioni transgenerazionali e intergenerazionali e l'individuo porta con sé tutte le relazioni significative che hanno caratterizzato la sua esperienza nel passato e nel presente. La famiglia diventa in tal modo un co-terapeuta, che aiuta il terapeuta a comprendere meglio il paziente: vengono così comprese e rilette alcune relazioni significative, ritessuti fili di una trama familiare confusa e fonte di rabbia, rispettando modi e tempi diversi per ogni paziente.​

Il terapeuta, infatti, si pone con un atteggiamento non giudicante, ma piuttosto di accoglienza e di ascolto attivo, permettendo così alla persona di poter condividere all'interno della terapia parti di sè, che pur presenti, vengono spesso rifiutate o represse per buona educazione, per convenzioni sociali, o altri motivi.
Un altro elemento di assoluta importanza, senza il quale il cambiamento non è attuabile, è la relazione che si instaura tra terapeuta e paziente. Definita alleanza terapeutica, prevede pochi ma rari ingredienti, in egual quantità: 
fiducia, stima reciproca, empatia e accoglienza. 

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La terapia non dovrebbe essere guidata dalla teoria, ma dalla relazione. (I. Yalom)

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